Sella Ronda MTB Tour

Sella Ronda MTB Tour


Alla Malga Zallinger
Dopo la bella vacanza sulle Alpi Francesi del 2013, il 2014 ci vede pedalare in una zona universalmente conosciuta per le sue bellezze paesaggistiche: le Dolomiti dell'Alto Adige.
Nessuna catena montuosa delle Alpi offre un panorama così affascinante come le Dolomiti. Lo scenario alpino che circonda il massiccio del Sella, il gruppo del Sassolungo, lo Sciliar, la Marmolada costituisce uno dei paesaggi più belli del mondo, riconosciuto dall'UNESCO come Patrimonio Naturale dell'Umanità.

Anche quest'anno il gruppo è numeroso e ben assortito. 13 persone, di cui 10 biker (Luciano, Antonio, Andrea, Cristiana, Gabriele, Marco, Paolo, Simone, Michelle e Sara) e 3 camminatrici (Serena Sandra e Raffaella).
La base logistica è a La Val in Alta Badia, presso l'Hotel Pider, una scelta rivelatasi ottima per la qualità dell'albergo, la cordialità del personale, i servizi appositamente pensati per chi fa vacanza in "bike".

Prima Tappa - Giovedì 25/6 si parte al mattino per il primo giorno itinerante, dall'Hotel Pider di La Val fino al Rifugio Tieser Alp sull'Alpe di Siusi.

Ci accompagna Andreas, una guida e soprattutto una persona che abbiamo molto apprezzato per le sue capacità, la sua educazione ed i suoi modi garbati di condurre il gruppo.
Primi km lungo il torrente Gadera, si passa da Pedraces, La Villa, Corvara, che ci fanno fare la giusta gamba in previsione delle fatiche che arriveranno dopo.
La prima foratura, da ricordare come fosse il primo gol di un campionato del mondo di pallone, è di Simone, ed avviene dopo nemmeno un km di sentiero, un bel record considerando ovviamente il copertone nuovo di zecca!

Sul Passo Gardena




Da Corvara si percorre il caratteristico sentiero delle cascate del Pisciadù, tra torrentelli e mucche al pascolo, fino al  paese di Colfosco; qui si entra nell'asfalto per salire sui panoramici tornanti che sotto le strapiombanti pareti del Sella ci portano al Passo Gardena, a 2239 mt di quota.

Una breve sosta, qualche foto e poi giù in discesa, prima su un bel toboga in mezzo ai prati tutto da guidare, e poi su ripido sterrato fino a Selva di Val Gardena dove ci fermiamo per un provvidenziale ristoro: un piatto di pasta, una birra, alcune turiste inglesi che poi non erano turiste....e nemmeno inglesi :-) ce la prendiamo insomma comoda!
Pranzo a Selva di Val Gardena
La ripartenza è difficile, ma Andreas ci conforta dicendoci che la salità sarà lunga ma non eccessivamente dura.
Si pedala infatti su un sentiero che risale le pendici del Monte Pana e che attraversa la mitica pista di discesa libera di Selva, la Saslong; si sale con pendenze non eccessive, alternando single track a tratti più scorrevoli, in direzione dell'Alpe di Siusi.

L'arrivo sull'Altipiano dello Sciliar
L'arrivo sull'altopiano è di grande effetto.
La vegetazione si dirada improvvisamente e davanti ai nostri occhi si apre un panorama grandioso: il Sassolungo, il Sassopiatto ed il massiccio dello Sciliar contornano maestosi infinite distese di prati, dove pascolano tranquillamente centinaia di mucche. 
Cominciamo a vedere in lontananza la nostra meta, ma la bellezza dei luoghi non ci fa pensare minimamente alla fatica; il sentiero che attraversa l'altopiano è piacevole, si passa tra fienili, piccole malghe, con brevi salitelle e tante belle vedute.
Si arriva alla Malga Zallinger, punto molto panoramico dell'Alpe di Siusi, presso cui facciamo una breve sosta in vista della parte finale. 
Dalla Malga diparte un favoloso single track a mezza costa, a tratti impegnativo e con alcuni arditi affacci sulla valle, che non disdegna di lasciare anche un piccolo ricordo a Cristiana:-). Si sale poi ancora arrivando al bivio per il rifugio Alpe di Tires.
Michelle all'arrivo al Rifugio
Siamo ad oltre 2200 metri di quota, ma il bello deve ancora arrivare.... negli scarsi due km che ci separano dalla meta finale si devono "scalare" altri 250 metri di dislivello, per arrivare ai 2450 del rifugio.
 Salita micidiale, con pendenze medie del 20% e fondo a tratti con blocchetti di cemento, molto grip, direi anche troppo.... zero scorrevolezza. 

Si sale a fatica ma la conquista del rifugio ha un sapore molto, molto gradevole, addolcito ancor di più dal fantastico panorama: il rifugio giace appartato sotto i Denti di Terrarossa, una serie di pinnacoli di rocce che si innalzano verso l'alto, e offre delle viste incomparabili sulle valli sottostanti. 
Arriviamo stanchi ma veramente soddisfatti per la bella traversata. 
Alla fine abbiamo fatto circa 50 km con 2000 mt di dislivello, una distanza per noi "giusta".
Il Rifugio è molto attrezzato ed accogliente, si mangia bene e si rivela un'ottima scelta come base d'appoggio del giro itinerante.
Qui invece la Fotogallery del 1° giorno

Seconda tappa - Venerdì 27/6.
Sveglia e colazione di buon ora, l'aria a 2450 mt di quota è frizzante, siamo sui 4 gradi alle 8 di mattina.
Foto ricordo al Rifugio Alpe di Tires
Ci aspetta una lunga discesa nella incontaminata e bellissima Val Duron, 10 km di sentiero che attraversano prati, sfiorano torrenti limpidissimi tra mucche e cavalli al pascolo, marmotte ovunque, un ambiente veramente molto bello.
Dopo quasi 10 km si arriva a Campitello di Fassa, a quota 1.350, quindi quasi 1000 metri di dislivello negativo, i dischi dei freni sono belli caldi!!
A Campitello il tour prevede l'opzione risalita meccanica con la funivia.
La salita al Col Rodella, che ci riporta a 2.400 mt di quota, ci avrebbe prosciugato troppe energie se fatta in mtb; oltretutto il giro odierno è più lungo, si superano i 60 km e quindi optiamo volentieri per l'aiutino!


Sulla Funivia del Col Rodella






Il Col Rodella, a differenza della Val Duron, è un posto frequentatissimo dai turisti ma molto panoramico: vista a 360 gradi sotto le torri del Sassolungo mentre di fronte al noi si erge il massiccio del Sella e in basso la Val di Fassa.
Dal Rifugio Valentini inizia una bella discesa prima su prati e poi nel bosco, fino ad incontrare la strada che sale al Pordoi; saliamo su asfalto fino al passo, salita regolare ma costante sul 6-7% per arrivare ai 2200 di quota.
Il Pordoi è sempre affollatissimo, facciamo una piccola sosta con ristoro e ci tuffiamo nella lunga discesa verso Arabba.
Il Pistino del Pordoi
La prima parte è un pistino ricavato sulla pista da sci, con sponde, piccoli salti e un infinità di curve, molto divertente, dopodichè si prende una pista che scende velocissima e dritta fino ad Arabba.


Qui facciamo pochi km di asfalto verso Livinallongo per poi svoltare a sinistra in salita, verso Cherz.
Si sale regolare riguadagnando pian piano quota verso il Pralongià, prima del quale troviamo la baita Incisa presso cui faremo pranzo, a base di piatti molto appetitosi (per me pappardelle al ragù di cervo:-). 
Poco sole oggi ma per fortuna niente acqua... dal rifugio si scende velocemente verso La Villa per l'ultima parte del percorso, che risale la Val Badia verso La Val questa volta non sul fondovalle ma a mezza costa.
Si attraversano le piccole frazioni che dominano la vallata, ai piedi del Sasso Santa Croce, su stradelli asfaltati, single track, brevi sterrati.
Una degna conclusione del bel giro che andiamo a completare: oltre 65 km con circa 1900 mt di dislivello.
Qui invece la Fotogallery del 2° giorno




Terza tappa  - Sabato 28/6.
La spiaggetta Ciamaor
Ci aspettano gli ultimi due giorni di pedalate, che affrontiamo da soli su percorsi che ci ha fornito Markus, il propiretario dell'Hotel.
Oggi è la volta del giro del Fanes, impegnativo ma di grande fascino. Io  l'ho fatto in parte un pò di anni fa a piedi e ne conosco bene la bellezza. Il tempo sembra reggere, non sono giornate di sole ma nemmeno piove e questo per noi basta.
Il giro inizia in decisa salita, dobbiamo superare il passo del Rit a 1800 mt di quota per scendere poi nella Val di Marebbe. Si sale costantemente nei primi 7/8 km, ma le gambe sono ancora buone e la fatica è relativa; si arriva ad un laghetto e poi una bella discesa nel bosco - dove troviamo una simpatica baita :-) - ci conduce all'inizio del parco naturale di Fanes, dove il torrente ha creato una piccola spiaggetta naturale di ghiaia.
La strada di ingresso al Parco del Fanes
Il parco rivela sin dall'inizio la sua bellezza: la strada entra nel cuore del parco costeggiando il Rio Marebbe ed insinuandosi tra le altissime pareti rocciose dell'Alpe di Fanes a destra e delle Dolomiti di Sesto dall'altra.

Si superano piccoli guadi, tra larici altissimi e pareti strapiombanti, un vero spettacolo della natura. E poi oggi è il giorno in cui i contadini accompagnano le mucche agli alpeggi alpini, e ne troviamo tantissime nelle varie radure che precedono il rifugio Pederu.
Arrivati al Pederù, la musica cambia! Dal rifugio la strada si inerpica in modo deciso verso l'altipiano, situato a oltre 2.000 mt di quota.  
Salita dura ma con fatica si pedala e poi la voglia di arrivare lassù fa il resto.
Oltrepassato il Rifugio Fanes, un ultima asperità ci porta al Lago di Limo, da cui ha inizio la parte più suggestiva del percorso: siamo a oltre 2.000 mt su un altipiano circondato da montagne che sfiorano i 3.000.
Il Fanes
Dietro ogni curva si aprono dei paesaggi indimenticabili, prati, laghetti, animali al pascolo, sembra di essere in una fiaba...
credo che in cuor suo ciascuno di noi abbia ricavato questa impressione di grande fascino che questo ambiente naturale sa regalare a chi si addentra al suo interno. 
Ognuno vorrebbe che questo tratto non finisse mai, ma dobbiamo ancora arivare al Col de Locia e da qui scendere alla Capanna Alpina dove ci aspetta Sara. 
Andreas, la nostra guida, ci aveva preavvisato della difficoltà della discesa, ma ce ne rendiamo conto solo quando ci siamo dentro.
Discesa molto, molto tecnica,  faremo un bel pezzo a piedi. In effetti è un pò troppo per le nostre capacità, e solo in qualche tratto finale riusciamo a risalire in bici. 


Alla Capanna Alpina facciamo un lauto ristoro e poi riprendiamo la strada in discesa verso San Cassiano e La Villa, lungo il torrente Gadera.

Da La Villa, dove lasciamo nuovamente Sara,  ritorniamo a La Val sulla strada pianeggiante che segue il torrente Gadera. 

Bellissimo Tour anche questo, circa 65 km con 2000 mt di dislivello.



Quarta tappa - Domenica 29/6.
Le previsioni mettevano brutto tempo ed eravamo quasi rassegnati a saltare l'uscita.

I prati di Armentara

Al mattino però non piove e decidiamo di partire per l'ultimo percorso, il giro del Sasso Santa Croce, 30 km giusti da fare in mattinata e rientrare per pranzo in albergo.  
Giro anche questo molto bello, si pedala sempre a mezza costa con bellissime vedute sulle valli sottostanti, poi in prossimità del Sasso di Santa Croce si inizia a salire in modo deciso verso il rifugio omonimo. 
Da qui inizia un fantastico sentiero, il n. 15, che porta a San Cassiano.
 3-4 km di puro divertimento, discesa tecnica quanto basta ma anche veloce, in un susseguirsi di curve, piccoli dossi, radici, il massimo da chiedere ad una discesa in mtb. 


L'arrivo a San Cassiano dispiace quasi, avremmo voluto che non avesse mai fine... 

Da San Cassiano si scende ancora a La Villa per poi ritornare a La Val su parte del percorso fatto il venerdì con Andreas. 

Giro di 30 km e 850 mt di dislivello, di grande soddisfazione.
Spero che questo breve racconto serva a tutti coloro che hanno condiviso questa bella avventura per ricordare meglio i luoghi ed i bei momenti passati insieme.
Per chi invece non c'era può essere lo spunto per una futura vacanza, che mi sento veramente di raccomandare!
Saluti a tutti!
Luciano

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